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La prima volta che ho sentito Elisa mi trovavo in Alaska, ci siamo scambiate qualche messaggio, parlare di viaggi crea una connessione molto forte, è come condividere un sogno comune.
C’è chi tiene i sogni nel cassetto, chi cerca in ogni modo di raggiungerli e chi li coltiva sin da bambina riuscendo persino a raggiungere l’81 parallelo a pochi passi dal Polo Nord!
Questa è Elisa, la sua energia mi ha travolta, mi piacciono un sacco queste donne capaci di trasmettere determinazione e tenacia.
I viaggi, come ha potuto scoprire Elisa e come io ne sono fermamente convinta, hanno un potere grandissimo, quello di farci aprire gli occhi.
Oggi questa ragazza ha raggiunto i suoi obiettivi, è una fotografa e una scrittrice di viaggi…
“Fin da quando ero bambina sono sempre stata attratta da tutto ciò che è freddo e ghiacciato, da questi luoghi così inospitali e remoti. I miei amici guardavano i cartoni animati, io invece guardavo qualsiasi tipo di documentario o programma che parlava dell’Artico.
Crescendo ho iniziato a studiare l’Artico, la sua fauna e i suoi abitanti aumentando sempre di più il mio desiderio di partire alla scoperta di questo angolo ai confini del mondo.
Galeotto fu un documentario sulla Lapponia e sull’Aurora Boreale che vidi quando andavo ancora a scuola. Fu amore a prima vista!
Oggi sono una fotografa e una scrittrice di viaggi, da sempre amante del freddo e di tutto ciò che si trova al di sopra del Circolo Polare Artico o al di sotto del Circolo Polare Antartico.
Amo viaggiare, scoprire nuovi scorci di mondo sconosciuti e conoscere culture diverse dalla mia. Ho la fortuna di poterlo fare insieme al mio compagno Luca Landoni, fotografo e amante dell’Artico tanto quanto me.
Il mio primo viaggio nell’Artico è stato tanti, tantissimi, anni fa in Lapponia, una terra che amo e che ormai è diventata la mia seconda casa. Avevo creato un itinerario all’altezza dei tanti sogni che avevo e sono partita.
Fin dal primo istante in cui appoggiai i piedi sul suolo lappone ho avuto la possibilità di ammirare paesaggi fiabeschi e di entrare a contatto con una cultura tanto complessa quanto meravigliosa, quella del popolo Sami.
Negli anni ho trascorso davvero tanto tempo con loro e ho scoperto in loro una cultura forte, orgogliosa e un forte senso di appartenenza alla loro terra e alla natura.
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Da allora ho viaggiato tantissime volte in Lapponia, girandola in lungo e in largo, e mi sono spinta sempre più a Nord, fino a raggiungere l’81° parallelo!
Lassù si trovano le Svalbard, un bellissimo arcipelago a pochi passi dal Polo Nord, dove ho avuto modo di comprendere tutta la forza della natura, che nell’Artico regna sovrana.
Anche qui purtroppo, come successe l’anno prima in Groenlandia, ho toccato con mano i danni causati dall’inquinamento e dal riscaldamento globale.
Quel viaggio mi ha fatto aprire gli occhi, mi ha fatto realizzare che stiamo distruggendo il nostro pianeta e mi ha fatto capire che dovevo utilizzare i miei canali e le mie conoscenze per poter fare qualcosa.
Dopo tanti anni di viaggi nell’Artico e in giro per il Mondo ho sentito il bisogno di andare ancora più a fondo, di immergermi totalmente in questo mondo che tanto amo, di provare sulla mia pelle cosa significa vivere in questi luoghi così estremi e inospitali.
Ho sentito il bisogno di poter fare di più per salvaguardare il mio amato Artico. Salvaguardarlo da problematiche reali, toccate con mano, come il riscaldamento globale e l’inquinamento.
Sembrerà strano, ma le spiagge di luoghi come Groenlandia e Svalbard ricevono ogni giorno una quantità disumana di rifiuti trasportati dal mare. E questo, purtroppo, è solo uno dei tanti problemi.
Così abbiamo creato sul nostro blog, diventato ormai un punto di riferimento per chi desidera viaggiare nel Grande Nord, il progetto Artico, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Artico.
È un progetto con il quale ci impegniamo a sensibilizzare la maggior parte delle persone sul tema del riscaldamento globale e dell’inquinamento e ci impegniamo ad informare e rendere più consapevoli i nostri lettori che intendono visitare questi posti.
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Ultimamente la voglia di approfondire le mie conoscenze su questa zona mi ha spinta a voler andare oltre i miei limiti, a voler entrare in contatto in maniera più profonda con il cuore dell’Artico, i suoi abitanti.
Così tre mesi fa sono partita per un viaggio che mi ha segnato profondamente: la nostra spedizione invernale nella Penisola di Yamal, in Siberia, dove abbiamo vissuto diversi giorni con i Nenets nei loro accampamenti.
Volevo provare sulla mia pelle cosa vuol dire vivere lassù dove le temperature in inverno sono davvero proibitive. Volevo vedere con i miei occhi come questi popoli si sono adattati al clima rigido dell’Artico, cosa fanno per vivere, come vivono e soprattutto volevo scoprire in maniera più approfondita la loro cultura e la loro storia.
Al nostro ritorno abbiamo realizzato un reportage dettagliato ed ha preso vita ad un altro progetto, molto importante per noi. People of the Arctic, una raccolta di reportage con la quale raccontiamo la dura vita che svolgono gli abitanti dell’Artico, le loro tradizioni e la loro storia.
Viaggiare nell’Artico significa per me oltrepassare i miei limiti, mettermi in gioco, lasciarmi avvolgere dal silenzio della natura. Viaggiare nell’Artico significa riempire un bagaglio di emozioni, luci e colori mai visti prima.
Emozionarsi fino a piangere di fronte alla maestosità di un ghiacciaio, nel poterlo sfiorare con le dita, dalle sue infinite sfumature di blu. Emozionarsi di fronte alla grandezza degli iceberg, dalle loro strane forme e dal rumore del ghiaccio che, staccandosi, cade in acqua. Emozionarsi di fronte alla meraviglia della natura, davanti agli orsi polari delle Svalbard, alle volpi artiche e ai trichechi.
Viaggiare nell’Artico significa ritrovare se stessi, ritrovare un equilibrio con la natura. Significa comprendere l’importanza di questo mondo di ghiaccio e capire quanto è importante proteggerlo.”
Copyright foto: Elisa Polini e Luca Landoni
