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Giordania on the road Monastero

Giordania on the road

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La nostra strada non sarà mai uguale per tutti, ognuno di noi ha il suo percorso da seguire, il mio è quello di andare a scoprire e cercare ogni volta il mio posto del mondo.

Mi trovo in Giordania, sarà un viaggio breve, nomade e a mente libera.

Parto da Amman, una città moderna con diversi punti di interesse e numerose antiche rovine, che decido visiterò soltanto verso la fine della mia avventura.

Noleggio un’auto, con un gruppo di amici e subito ci mettiamo in strada in direzione di Petra, la città che da anni desideravo visitare. A partire dal 7° secolo Petra risulta essere disabitata per poi diventare completamente perduta eccetto per i Beduini della zona.

Nel 1812 un esploratore Svizzero di nome Johannes Burckhardt partì in missione alla scoperta di Petra, travestendosi da Arabo, convinse la sua guida Beduina a portarlo alla città perduta. Dopo questa spedizione, Petra ritornò ad essere conosciuta ai paesi dell’ovest come una fra le più affascinanti delle città antiche.

Sto attraversando la parte montuosa del paese e oltre all’oscurità dopo la pioggia, ecco una nebbia fittissima, inaspettata capace persino di cancellare la segnaletica della strada e mettere a rischio quella che sarà la nostra prima tappa, visitare Al Khazneh (Tesoro) di notte.

Mi sento stanco, ma è una sensazione che svanisce in fretta è troppo importante l’appuntamento con l’esperienza Petra by Night. Mi addentro nel Siq, illuminato da centinaia di lanterne di carta che ne segnano il percorso, questa suggestiva gola stretta conduce e termina alla più bella e affascinante facciata di Petra; il Tesoro o Al Khazna alto 40m scavato nella parete della roccia.

Ai piedi della città rosa, centinaia di fiaccole illuminano la facciata e i miei occhi, che faticano ancora a scorgerlo, una volta abituati non possono fare altro che godersi quell’incredibile spettacolo e far si che il Tesoro prenda vita.

Sotto un cielo incredibilmente stellato, seduto su uno dei tanti tappeti a disposizione per i turisti, sorseggio del tè offerto dai veri padroni di casa, i beduini.

Con i loro strumenti accompagnano la serata tra musiche, racconti e canti, ma è quando si può godere del silenzio il vero momento speciale di quella notte che ricorderò per sempre.

Petra deve essere assolutamente vista anche con la luce del giorno, così di buon’ora mi alzo e ripercorro il Siq rivolgendo spesso lo sguardo verso il cielo azzurro facendomi abbagliare dalla luce del sole che filtra tra le gole strette del canyon.

Ho la possibilità di ammirare quello che di notte non ero riuscito a scorgere, la roccia delle pareti scolpita da acqua e vento che caratterizza il percorso.

A differenza della sera, dove eravamo seduti e ordinati come se fossimo a teatro, di giorno è incessante il viavai dei turisti che rende la visita caotica.

Questo non impedisce di trovare e ritagliarsi un angolo di pace dove potersi appartare e poter scattare foto suggestive, ma è la vista dall’alto a rendere la visita incredibile e indimenticabile.

Percorrendo una ripida salita sulle rocce rosse, su un primo sentiero ci si trova su delle alture dove è possibile ammirare il Tesoro e isolarsi dall’orda dei turisti, ma percorrendone un secondo ci si può spingere ancora più in alto.

Accompagnato da un gruppo di ragazzini, che fungono da guide, il quale il più vecchio avrà avuto al massimo 13 anni, mi imbatto in una salita da subito impegnativa, con piccole e discrete arrampicate su rocce scivolose, e sentieri sconnessi.

L’arrivo, la vista, lo spettacolo, è una soddisfazione… mi scappa un: “cazzo che spettacolo”! Scusatemi, ma davanti a tanta bellezza faticherete a trovare le parole giuste!

Giordania Petra Tesoro

Costeggio la Strada delle Facciate, nome dato dalla fila di tombe Nabatee scavate nelle rocce antistanti il Tesoro.

Percorro la Strada delle Colonne lasciandomi alle spalle le Tombe Reali che al ritorno saranno illuminate magicamente dalla luce di un fantastico tramonto.

Un cielo limpidissimo e una natura circostante meravigliosa rendono la mia camminata verso Ad Deir, il Monastero, meno faticoso di quanto realmente sia. Solo al termine di una estenuante salita e degli oltre 800 scalini sconnessi si può raggiungere questo impressionante monumento.

È il più alto di Petra con i suoi 47m di larghezza e 48,3m di altezza. La sua camera principale venne usata dai Cristiani come cappella ed alcune croci furono scolpite nella parete posteriore. Da questi resti, prese poi il nome di Monastero.

Il Monastero rispetto al Tesoro è un luogo molto più silenzioso, meno affollato è un puro spettacolo potersi trovare lì davanti e ammirarlo da vicino, lo è ancora di più poter sorseggiare e tenere in mano una tazza di tè bollente seduto ai piedi di questo imponente palazzo.

Lungo la strada del ritorno, verso l’orario di chiusura del sito, magicamente ho potuto ripercorrere la strada quasi in solitudine. È stata una vera fortuna, trovarsi nuovamente davanti al Tesoro, senza l’orda dei turisti.

Quel luogo magico si rivelava con tutta la sua bellezza, in quel silenzio che avevo potuto apprezzare solo durante la mia visita notturna.

Quando decido di avviarmi verso l’uscita e addentrarmi di nuovo nel Siq, mi volto per l’ultima volta verso il Tesoro, è arrivato il momento di lasciare questo posto incredibile ricco di fascino e dirigermi verso il deserto del Wadi Rum.

È incredibile questo luogo, nonostante avessi già provato l’esperienza di altri deserti, il Wadi Rum mi lascia senza parole. Il deserto rosso della Giordania è formato da gigantesche montagne di granito, canyon, dirupi e archi di roccia scolpiti dalla natura.

Seduto sul retro di una jeep, con un’aria fredda quasi gelida, raggiungo uno dei diversi canyon, mi addentro lungo i sentieri tortuosi sino a raggiungere una delle tante alture che mi permette di ammirare questa meraviglia con occhi diversi.

Il Wadi Rum è un deserto privo di grandi dune, ma che riempie gli occhi con il suo panorama incredibile, con le sue sfumature, accompagnate da un cielo azzurro e nuvole in movimento, qui la natura ha creato un vero capolavoro.

Raggiungiamo il Jabal Umm Fruth uno dei tanti ponti di pietra di questo luogo, ancora oggi se allargo le braccia sento l’aria fredda sul viso e l’adrenalina della scalata… il panorama ovviamente è incredibile.

È la volta delle dune rosse del Wadi Um Ishrin, qui come un bambino mi metto a giocare con la sabbia che raccolgo e faccio filtrare tra le dita.

Giordania on the road Wadi Rum

Giunti all’ora di pranzo, al riparo dal vento, ci fermiamo con la nostra jeep in un luogo tranquillo, la guida stende una grande stuoia, accende un fuoco con dei rametti secchi e si mette a preparare un tè.

Consumo il mio pasto al sacco godendomi la pace e la magia di questo deserto, sicuramente sono questi i momenti di cui voglio fare tesoro e custodire tra i ricordi di questo viaggio.

Raggiungo l’accampamento beduino, lascio lo zaino nella tenda, poi a dorso di un dromedario raggiungo una collina di sabbia dove ammirare il tramonto, non c’è modo migliore per terminare la giornata.

Ci sono luoghi capaci di emozionarti, luoghi difficili da raccontare a parole, ci sono momenti da vivere. Lo spettacolo di un tramonto nel deserto del Wadi Rum è qualcosa di meraviglioso, da vedere almeno una volta nella vita.

La notte intorno al fuoco ascolto le storie dei beduini e condivido la mia esperienza con altri viaggiatori, poi, trovandomi sotto un cielo incredibilmente stellato, decido di provare per la prima volta a fotografare la via lattea.

Un milione di stelle e la mia reflex… è stata una sfida bellissima con un risultato esaltante! Mi reputo fortunato nel riuscire spesso a realizzare i miei sogni, penso al senso della vita, alla fortuna di poterla vivere nel modo in cui voglio e mi rendo conto che sono felice.

Passare la notte all’accampamento nel deserto è una di quelle cose che si ricorda, avvolto nelle 3 coperte che trovo sul mio materasso, mi addormento, ma non per molto, ho un nuovo appuntamento, devo farmi trovare pronto per riuscire a vedere e fotografare anche l’alba.

Voglio vivere le prime luci del mattino, godermi ogni istante di questi ultimi scampoli di deserto per poi dirgli addio.

Riparto passando velocemente da Aqaba, situata in una stretta lingua d’acqua sul Mar Rosso, dove ad occhio nudo si può scorgere la costa opposta di Israele. Decido di rilassarmi qualche ora facendoci scaldare dal timido sole di febbraio ed entrando in acqua sino alle ginocchia.

C’è pochissima gente intorno a me, ma è stato curioso vedere le donne del posto fare snorkeling con maschera e boccaglio sopra il loro velo nero e andare a mollo completamente vestite.

Mi fa strano pensare che mai potranno provare la sensazione di sentire la carezza dell’acqua del mare sulla pelle, ma di certo non sono nessuno per giudicare le loro usanze.

Percorro la strada verso il Mar Morto continuando a correre lungo il confine di Israele, riesco anche a prendere una multa di 20€ per eccesso di velocità, (CAZZOOOOO!!!) poi mi fermo in una delle tante spiagge lungo la strada. Ci si “sporca” di fango poi finalmente mi levo la soddisfazione di galleggiare sul mare salato e… si, SI GALLEGGIA DAVVERO!

Giordania on the road Mar Morto

Una strada in salita mi porta oltre gli 800m di altitudine, sono a Monte Nebo, apprezzato per il bel panorama e per essere un luogo di grande importanza religiosa, da qui Mosè vide la Terra Promessa.

Proseguo per Betania, il cuore della Terra Santa, qui è dove Giovanni Battista bagnò Gesù nelle acque del fiume Giordano battezzandolo. Mi trovo proprio vicino con la frontiera di Israele, con una navetta e un tour guidato raggiungo la sponda del fiume che divide queste terre.

L’impatto è forte, ma ciò nonostante, non riesco ad immergermi nella sacralità del posto. Dal lato Giordano osservo i pellegrini che sulla sponda opposta di Israele svolgono un rituale simbolico del battesimo immergendosi nelle acque del Giordano.

Visiterò presto quella terra che ora si trova proprio davanti a me e sono curioso di scoprire l’effetto che mi farà quando mi ritroverò dall’altra parte del fiume.

L’ultimo giorno di questo viaggio mi trovo ad Amman, decido di non puntare nessuna sveglia, non voglio avere nessun itinerario preciso. Mi reco alla Cittadella dove si gode una bellissima vista dall’alto su tutta la città, sono alla ricerca del silenzio e questo luogo è perfetto.

Visito la città vecchia ricca di negozi lungo la strada, la parte del mercato locale al coperto e infine raggiungo il Teatro Romano ben conservato e ancora oggi usato per eventi e spettacoli locali.

Salgo tutti i gradini, mi siedo nella parte alta dell’arena e rivivo i momenti più belli di questo viaggio in questa terra, un po’ moderna e ancora antica.

I sorrisi, le viette delle città senza tempo, la tranquillità, il rosso del deserto del Wadi Rum e le meraviglie scavate nella roccia.

Sono ancora preso nei miei pensieri quando inizia il canto del Muezzin… è l’ora del tramonto e le scalinate dell’arena iniziano a splendere, così come la città che sto ammirando.

“Essere liberi di vivere come si desidera, significa essere felici.”

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