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Si è da poco concluso Pordenone Viaggia, il Festival del Viaggio e dei Viaggiatori, dove sono stato ospite come vincitore del Travel Blogger Award Best Male, anche se quando si tratta di viaggi non c’è mai nessun vincitore, chi è curioso del mondo vince sempre.
Al Teatro Capitol i riflettori illuminano il palco, mi alzo in piedi e cammino lentamente, salgo gli ultimi scalini, raggiungo Alberto Cancian, uno degli organizzatori dell’evento, e gli altri ragazzi premiati.
Sono emozionato, ma è bello che sia così, illustrare il progetto Pavia Viaggia è gratificante e poi diciamocelo non capita tutti i giorni di tenere un microfono in mano e parlare davanti a tanta gente.


Il Festival è anche l’occasione per fare nuovi incontri, ascoltare nuove storie e scoprire un nuovo territorio, la città Pordenone ed i suoi dintorni, insomma vedere un pezzettino del Friuli. Per me è questo il vero trofeo, il primo premio di questa emozionante e fantastica avventura.
Durante questi giorni ho avuto il piacere di visitare il lago di Barcis uno specchio d’acqua verde brillante incastonato tra le montagne tra il rumore del silenzio. Ho provato piacere scendere sul pontile sedermi a pochi centimetri dall’acqua e interrompere i pensieri.


Ho raggiunto la diga del Vajont, dove nel 1963 una buona parte di montagna si staccò dal Monte Toc, precipitando nel bacino causando una gigantesca onda che riuscì a superare la diga distruggendo il paese di Longarone causando quasi 2000 vittime.
Lascia senza parole ed è toccante scorgere le tantissime bandierine al vento che riportano i nomi dei bambini che persero la vita in quella tragedia.
La bellezza della vallata, i suoi colori, mi riportano a sorridere grazie anche alla complicità dei ragazzi, gli altri vincitori del Travel Blogger Award con cui abbiamo fatto gruppo e con cui sono entrato subito in sintonia.
Chiamarlo Festival del viaggiatore è riduttivo, si potrebbe pensare al festival dell’amicizia, perché come spesso succede in viaggio, anzi come sempre quando si è in viaggio, non c’è cosa più bella nel fare nuove amicizie.
Pordenone Viaggia è stato ricco di eventi, recandomi in stazione, sono riuscito a vedere l’arrivo del treno storico a vapore proveniente da Trieste.
Vedere le vecchie carrozze sfilare sulle rotaie, quel fumo bianco uscire dalla locomotiva, è stato come fare un tuffo al passato, un momento di brevi sogni, mi sono subito immaginato con la testa fuori dal finestrino ad ammirare stupendi paesaggi lungo un lento viaggio.
In compagnia di Luca Vivan “Un anello tra le Dolomiti Friulane” questo il suo ultimo libro, siamo andati alla scoperta del Noncello, il fiume che attraversa la città di Pordenone.
Su di un imbarcazione abbiamo solcato un tratto di queste acque apprezzandone il silenzio e immergendoti nel cuore della natura del parco fluviale.
Ho avuto l’occasione di stringere la mano alla signora Mirella del gruppo Donne in Rosa e di ascoltare la storia della loro lotta contro il tumore al seno.
Queste donne dalla grande tenacia sono fantastiche, Dragon Boat è la loro iniziativa, la pratica della disciplina della canoa. Avremmo dovuto e potuto pagaiare insieme a loro, ma il meteo non ci è stato amico così ci siamo “accontentati” di una lunga chiacchierata.
Il loro è un validissimo strumento riabilitativo, che alimenta l’attaccamento alla vita, che insegna tantissime cose, specialmente l’importanza e il valore del tempo.
In barca faticano tutti insieme, chiacchierano, si aiutano, sorridono, fanno gruppo.
“Vivere insieme nella consapevolezza che insieme si vince sempre, perché la squadra è importante!”
Durante le serate, non sono mancati gli ospiti d’onore: Costantino della Gherardesca ha parlato di mondo, delle sue esperienze da viaggiatore e da presentatore, rispondendo alle domande di Alberto Cancian in modo esuberante ed esauriente.
È stato un vero piacere poterlo ascoltare da vicino, rivolgergli alcune domande e viaggiare intorno al mondo in una notte… Express.

Emanuele Biggi, fotografo, naturalista, scrittore e storico conduttore di Geo, capace di trasformare il suo incontro in una puntata vera e propria di diretta.
Mi ha stupito la sua spontaneità, il suo modo mai banale e la sua capacità nel non ripetersi mai, riuscendo ad intavolare una piacevolissima e interessantissima conferenza.

Come spesso accade in viaggio anche durante Pordenone Viaggia sono uscito dagli schemi, evadendo dalla scaletta degli impegni del Festival, saltando a malincuore qualche appuntamento prestabilito per andare alla scoperta di quegli angoli nascosti della città, gettandomi in una vera e propria esperienza enogastronomica.
Il segreto infondo è sempre lo stesso, vale nel viaggio come nella vita, bisogna essere curiosi, perché la curiosità porta sempre a scoprire qualcosa di diverso, di unico, come i crostini di gorgonzola e filetti di acciughe cantabriche.
L’ultimo giorno di festival è stato all’insegna della scoperta delle meraviglie del territorio pordenonese, passando dalla piccola San Quirino, osservando il campanile accanto a Villa Cattaneo e il grande parco verde dove regna la tranquillità e l’ordine.
Spilimbergo e i suoi palazzi d’epoca, il Duomo, il Castello camminando tra i borghi medievali e i palazzi dipinti e colorati.
Lestans ad ammirare i restauri di Giancarlo e Alberto Magri, Angelo Crosato e Roberto Castenetto.
Infine Valeriano ammirandone le meraviglie artistiche.
Sul pullman al rientro ho apprezzato le parole di una persona a me cara, di un amico, Alberto Cancian: “Pordenone Viaggia è nato tre anni fa con l’idea di condividere emozioni, mettendo l’amore come coordinata principale della condivisione, amore per il pianeta, la sostenibilità, perché il turismo è una cosa diversa dal viaggio ed il viaggiatore è consapevole e va consapevolmente nel territorio.
E poi l’amore per gli altri, l’amore per noi stessi declinato attraverso il valore del viaggio, questo era l’obbiettivo. In questo festival mi sono commosso in più di una occasione, ma le emozioni, vanno provate, vanno manifestate, vanno condivise è da li che passa il sale della vita, è li che si manifesta il cuore, questo è stato per me Pordenone Viaggia.
Quando scenderemo da questa corriera e il Festival sarà finito potremo raccontare tutto questo, agli amici, a chi viene da lontano, questo stile, questo spirito travalica i confini.
La parola confini deriva dal latino “LIMITES”, limite che di per se è un concetto sbagliato perché ci separa. Se togliamo la separazione e i confini dal nostro cuore, allora si manifesta la meraviglia della vita.”
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Sulla via del ritorno io e Serena lasciamo Pordenone più che soddisfatti, con il pieno di energia positiva. Continueremo a viaggiare ed a lavorare sodo al nostro progetto, e solo ora a mente più leggera ci rendiamo davvero conto di quello che abbiamo raggiunto in un solo anno.
Il nostro lavoro di blogger è all’inizio, se è vero che attraverso le nostre storie, una fotografia o un articolo siamo in grado di fermare il tempo, lasceremo che il cuore batta sempre forte nell’incontrare persone fantastiche in occasioni come queste.
A noi il Festival del Viaggiatore ha insegnato questo.
Buona strada e a presto.
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