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Conoscevamo Alessandro tramite i social, aveva già scritto per noi, ed era da tanto tempo che desideravamo incontrarci.
Appuntamento a Pavia, un forte abbraccio, è come se ci conoscessimo da sempre, eravamo sintonizzati sulle stesse frequenze, quelle dei viaggiatori.
E’ bello quando si ha la possibilità di confrontarsi con persone che parlano la tua stessa lingua, raccontarsi i propri viaggi e soprattutto capire cosa si è portato a casa dalle proprie esperienze. Questi sono incontri preziosi, queste sono le anime che ci piacciono.
Tornando a casa, lungo il ritorno, Alessandro ha scritto un pensiero rivolto a noi, noi lo condividiamo con voi…
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“Il mio sguardo vaga tra il paesaggio fuori dal finestrino e i passeggeri nella carrozza del treno. Mentre guardo e fantastico sulla vita di tutte queste persone ripenso alla stupenda giornata che ho passato ieri a Pavia con i miei due nuovi fratelli, Rubens e Serena.
Sono venuto fin qui per incontrare di persona queste due belle anime che da qualche tempo conoscevo solo in virtuale ma con le quali c’era già una bella connessione.
Nella vita, quando scegli di procedere nella direzione dei tuoi sogni e della ricerca di te stesso e della tua forza, impari presto che ciò comporterà dei grossi compromessi.
Impari prima di tutto che questo ti porterà ad attraversare zone in ombra, selve oscure che iniziano giusto al limitare della tua cittadina interiore del benessere, così pulita e ordinata.
Impari anche che quel Viaggio lo dovrai fare da solo e che al tuo ritorno parlerai una lingua diversa da quella che si parla in “città”.
Tuttavia, sebbene questo grande viaggio sia possibile solo in solitaria, lungo il percorso impari anche che non sei certo l’unico a viaggiare.
Ci sono molti viaggiatori in cammino, ognuno attraverso la propria selva, ognuno che ha lasciato la propria cittadina così comoda per avventurarsi attraverso quell’ignoto, alla ricerca di luci e ombre.
Ecco, Rubens e Serena, come molti altri fratelli viaggiatori che ho incontrato in questi lunghi anni di viaggi, sono in cammino come me.
Anzi, come spesso accade per alcuni tratti della vita, sono in cammino CON me e questa è la cosa più bella che io possa immaginare.
Ma facciamo un passo indietro. Cosa significa essere in cammino? Cosa significa viaggiare? E’ davvero fermo chi vive dentro la propria cittadella? Ed è davvero in movimento chi si è perso per i sentieri del mondo?
C’è chi è partito ed è tornato al proprio posto ora però commercializzando ciò che ha acquisito. C’è chi è partito ed è sparito, inghiottito dal mondo o dalla sua selva.
C’è chi ha saputo partire e tornare percorrendo un circolo virtuoso e c’è chi ha capito infine che partire e tornare, fermarsi e viaggiare fanno tutti parte dello stesso movimento, e che il viaggio più importante è quello interiore.
Con Rubens e Serena è di questo che si è parlato molto, e anche io era da tempo che volevo parlare di questo argomento e credo ora sia arrivato il momento.
Loro hanno un grande progetto che in questo momento prende le sembianze di Pavia Viaggia. E’ il sogno di una community, di un salotto permanente di scambio di idee, di contaminazione tra persone in viaggio, dentro e fuori.

Attraverso dialoghi di viaggio ed ospiti più o meno conosciuti nel mondo dei viaggiatori, vogliono sensibilizzare chi è curioso sul tema del viaggio, della scoperta di se fuori dal proprio contesto, e a quanto pare il progetto sta andando a gonfie vele!!
Ma come dicevo, con loro si è anche discusso molto sul fatto che viaggiare non significa per forza perdersi per il mondo, beh certo anche, ovviamente!!
Ma viaggiare si può anche dove crediamo di conoscere già tutto, sbirciando in anfratti mai esplorati prima, ridando valore al nostro territorio e alle bellezze autoctone e cercando lo straordinario nell’ordinario.
Questo esercizio diventa prezioso anche per saper apprezzare le cose più importanti della vita, che per legge universale sono le più semplici ma spesso date per scontate.
Emulare quelli che consideriamo i grandi viaggiatori può frustrarci molto, può farci sentire insignificanti e piccoli. Può essere che ora non abbiamo i mezzi economici per farlo, oppure situazioni di vita che ora non lo permettono.
Cercare di “diventare qualcuno” ci fa perdere l’opportunità di essere noi stessi e di donare il vero tesoro sulla quale siamo letteralmente seduti e che è che unico e irripetibile.
Siamo noi, con i nostri limiti e la nostra forza che gli altri vogliono scoprire, conoscere, leggere.
Dipingere tutto di un colore acceso e nascondere il grigio, fa sembrare tutto facile, ma perde di verità, di sincerità e di apertura, valori che sono potenti trigger nella condivisione della propria vita.
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Nei miei viaggi ho spesso attraversato momenti di sconforto, momenti in cui i miei limiti mi camminavano a fianco e mi sapevano raggiungere anche a 10000 km di distanza.
La verità è che ti raggiungono ovunque tu sia, perché quei limiti sono parte di te, tanto quanto le tue risorse. Ti raggiungono perché ovunque tu ti vada a ficcare e nascondere nel mondo, non potrai mai scappare da te stesso.
Ecco, questo è un punto sul quale si dovrebbe parlare di più e sul quale si dovrebbe portare coscienza, amore, accettazione.
Certo il viaggio di scoperta, fisico e attraverso le meravigliose culture e colori del mondo, è uno strumento potente per aprire la mente e soprattutto per evidenziare quei limiti e risorse che fanno parte di noi ovunque ci troviamo.
Un vero viaggio però, contiene la componente del ritorno, del saper riportare qua ciò che abbiamo appreso e compreso. Dobbiamo saper mostrare un trofeo, una pietra rara e preziosa per dimostrare che il viaggio sia davvero avvenuto.
Ma questo può avvenire solo se siamo disposti a viaggiare dentro, in parallelo col viaggio fuori. E una volta scoperto questo scopriamo che il vero viaggio, come è sempre stato, è nella testa.”
Facebook: Alessandro Barbisan
Instagram: seekingale
