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Mi chiamo Ilaria, ho 22 anni, sono una maestra di sci e amo viaggiare da sola.
Già, da sola.
O meglio, più che da sola, mi piace viaggiare con me.
In mia compagnia sono stata a Firenze, Barcellona, in Perù e Bolivia, ho fatto il giro dell’Olanda, sono andata a Bruxelles, in Namibia e Botswana (partita da sola e poi aggregata a dei ragazzi conosciuti tramite Couchsurfing), poi in Francia, Polonia e sono appena tornata a casa dopo aver trascorso due mesi e mezzo (sempre con me) in India e Sri Lanka.
Ora però vorrei raccontarvi del mio viaggio in Sri Lanka; ho scelto questo paese perché pensavo che dopo l’India sarebbe stato un po’ più semplice da affrontare e infatti così è stato; ma dopo l’India, tutto è semplice da affrontare.
Sono arrivata a Negombo una piccola cittadina di pescatori che si affaccia sull’Oceano Indiano e la cosa che mi ha subito colpito dei cingalesi (così si chiamano gli abitanti dello Sri Lanka), è stata la loro gentilezza.
Una gentilezza che viene offerta senza volere nulla in cambio.
A Negombo sono sta quasi morsa da un cane randagio, ma per fortuna si è portato via solo un pezzo dei miei pantaloni lasciandomi intatto il polpaccio.
Con un pullman (in Sri Lanka funzionano benissimo e arrivano praticamente ovunque), mi sono spostata a Dambulla e Sigiriya (un sito archeologico su una roccia gigante in cima a una collina dove ci sono dei resti di un antico palazzo); invece di andare a Sigiriya però, sono andata a Pidurangola (simile a Sigiriya, ma senza palazzo e molto più economica).
Sono passata da Kandy, ma solo di sfuggita perché c’era un po’ troppo casino e dopo l’India avevo bisogno di tranquillità.
Lì ho usato Couchsurfing come avevo già fatto in India.
Dopo Kandy sono andata a Nuwara Eliya con il treno, la tratta più spettacolare della mia vita: tutta immersa nella natura e nelle piantagioni di tè.
Il treno è spesso pieno, per godervi meglio il panorama, vi consiglio di prendere il biglietto della terza classe e sedervi sugli scalini dove (in teoria) dovrebbe esserci una porta che in pratica non c’è.
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A volte Nuwara Eliya viene saltata come tappa, ma per quanto mi riguarda è stata una delle parti più belle del mio viaggio: sembra una cittadina inglese con cascate, natura e gente meravigliosa.
In una fabbrica di tè ho conosciuto un uomo che ha voluto invitarmi a cena in una villa; ci sono andata nonostante fossi da sola, con lui e un suo amico.
In Sri Lanka non ho mai avuto la minima sensazione di essere in pericolo; ho incontrato solo persone fantastiche!
Sempre con il treno mi sono spostata a Ella e lì vi consiglio di andare su una piccola montagna, Little Adam’s Peak, e di andarci all’alba.
Dopo due mesi di viaggio avevo voglia di spiaggia e mare, per ritrovare la felicità, quella felicità che avevo perso da qualche tempo; tuffarmi nell’Oceano Indiano è stato uno dei momenti più belli della mia vita.
Dopo Mirissa e Unawatuna che sono famose maggiormente per il surf, ho deciso di tornare a nord in modo da avere un’idea generale di tutto lo Sri Lanka.
Sempre con un pullman e un viaggio di circa 10 ore sono andata a Trincomalee, là ho nuotato in mezzo a squali e tartarughe. Una cosa meravigliosa!
È stato un viaggio pazzesco in tutti i sensi.
Ho avuto modo di pensare tanto, tanto, tanto.
Ho capito un po’ di cose che vedendole dalla prospettiva con cui le vedevo a casa non mi sembravano così chiare, come mi sembrano adesso.
L’India mi ha sconvolta, ha preso il mio cuore e l’ha fatto a pezzi, lo Sri Lanka l’ha riparato.
Per questo non potrei essere più contenta di così!
Questi due mesi e mezzo sono stati un minuscolo assaggio di quello che sarà il mio giro del mondo che prima o poi farò. Per il momento c’è il sogno e c’è il progetto.
Non ci sono i soldi e non c’è la testa.
Ma solo chi è abbastanza folle da credere di poter realizzare i propri sogni, li realizza davvero.
Instagram: wanderiaia
