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Nessuno a bordo, gli aerei sono vuoti e pochi sono quelli che partono. Il silenzio è continuamente interrotto dalle sirene delle ambulanze, i negozi sono quasi tutti chiusi, nessuno in strada o almeno nessuno dovrebbe esserci. Tutti a casa, o perlomeno quasi tutti.
C’è chi questo male lo combatte da vicino in prima linea, rischiando continuamente perché a contatto con persone infette, persone che vanno assistite.
Nonostante le tante difficoltà nel reperire guanti, mascherine e disinfettanti, medici ed infermieri lavorano senza sosta.
A queste persone non si può che dire grazie, continuamente, ogni giorno, anche se molti pensano che a loro tutto sia dovuto.
Perdono tutti…
Perde l’Italia del lavoro, perdono le grandi e le piccole imprese. Perdiamo noi, persone semplici che vivono con lo stipendio del mese. Perdiamo tutti, ma ora è il momento di fermarci e prenderci cura di noi stessi, dobbiamo farlo per tutelare le persone che ci stanno a cuore.
In questi giorni un male innominabile si è insinuato tra noi, nelle nostre città, nel nostro bel paese. È nel mondo. Se ne va in giro a spalle larghe a seminare il panico, il terrore, fa paura e provoca morte. Abbiamo il compito e il dovere di farlo sentire indesiderato.
Non dobbiamo passeggiarci insieme, correre al suo fianco, dargli appuntamento al bar e nelle piazze. Lasciamolo solo, combattiamolo e sconfiggiamolo.
Io stesso l’avevo schernito e sottovalutato, mi son dovuto ricredere dal momento in cui l’innominabile ha incominciato a infettare e prendere a sé persone che conoscevo.
È finito il momento delle scuse, non possiamo più nasconderci dietro alla frase: “a me non può succedere”, non è più un’influenza solo un po’ più tosta, ma è qualcosa da temere.
Non si vincerà questa battaglia se non saremo tutti uniti. Non si vincerà senza sacrificio, senza seguire delle regole, non si vincerà se non smetteremo di puntare il dito contro qualcosa o peggio contro qualcuno.
Ci vorrà tempo ma ritorneremo alla nostra vita normale, ritorneremo a popolare le strade. Ritorneremo al nostro lavoro, a volare, a viaggiare e vedere il mondo. Torneremo a vivere la meraviglie dell’umanità e sarà più bello di prima.
Ora però restiamo a casa. Stop allo sport, ai treni, alle macchine, a tutto. È il momento del silenzio, meglio ascoltare e se non siamo medici meglio tacere.
Il nostro compito è semplice, è quello di seguire le regole mettendoci tutto l’impegno possibile e forse ci stiamo riuscendo, la maggior parte ci crede e io sono tra quelli.
Con un pizzico di leggerezza ci stiamo prendendo in giro sui balconi, alle finestre, sui canali social e non perché non temiamo l’innominabile, ma per alleggerirci dai pensieri più bui, per farci coraggio e per non smettere di sorridere, nemmeno in momenti come questi. Abbiamo l’intera giornata per piangere, pregare ed urlare.
Stiamo riscoprendo le persone e il cuore di esse, andiamo a fare la spesa per il nostro vicino di casa e mandiamo un messaggio alle persone che non sentivamo da mesi. Stiamo riscoprendo i rumori della natura e siamo tornati a rivolgere lo sguardo al cielo, vi siete accorti che non volano più aeri, vi siete accorti che l’aria è più pulita ? Vi siete accorti del silenzio intorno a voi? Forse anche il mondo aveva bisogno di un po’ di pace.
Infine, non dimenticandoci il dono della vita a cui dobbiamo il grazie più grande, non dimentichiamoci che siamo tutte persone, senza nessuna razza e colore e insieme ne usciremo, ma soprattutto aprite il cuore, noi ritorneremo a parlarci da vicino ed ad abbracciarci più forte di prima.
Instagram: rubens_cerutti
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